Quintana Partners

Il manifesto dichiarato del duo che compone Quintana Partners parla di essenza dei luoghi, di esperienze, stravaganza ed heritage. E di un modus vivendi anticonvenzionale che si riflette immancabilmente in progetti dove passato e presente si fondono alla perfezione

di Francesca Comotti

foto di Daniel Schaefer e Montse Garriga Grau

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Pol Castells e Benito Escat si conoscono dall’infanzia e si sono buttati insieme nell’avventura dell’interior a soli 21 anni, dopo aver realizzato che quello che stavano studiando non era la loro vera vocazione. Uniti dalla passione per l’antiquariato hanno cambiato rotta e il primo progetto è arrivato subito, a Menorca, dove hanno iniziato a ricevere una commessa dopo l’altra. Quando i clienti sono aumentati anche sul continente, hanno aperto uno studio a Barcellona, sconfinando presto nell’hospitality e nel retail. I loro progetti riscattano la bellezza del passato e denotano una passione per il delabrè che ben si coniuga con quella per il recupero di materiali, arredi e oggetti, a cui affiancano una grande attenzione per la provenienza delle materie prime e la sostenibilità, secondo una filosofia che non è mai puramente estetica.

Tutto è cominciato dalla passione comune per il vintage e oggi, appena trentenni, dirigete uno studio di quindici persone

Si, stavamo studiando tutt’altro, ma avevamo in comune la passione per l’interior e il vintage. Ci piaceva l’idea di dare una seconda opportunità agli spazi e agli oggetti e un giorno ci siamo detti: perché non ci buttiamo? Così ci siamo iscritti allo IED e alla fine degli studi ci siamo trasferiti a Menorca per iniziare la nostra attività. Siamo legati all’isola fin da piccoli e ci eravamo resi conto che dieci anni fa c’erano ancora molte opportunità in questo settore.

Come siete riusciti in pochi anni a diventare uno studio di riferimento per l’interior, anche a livello internazionale?

Sinceramente non lo sappiamo, è accaduto tutto in modo molto naturale. Mettendoci molta passione, lavorando duramente, cercando di essere presenti in tutto il processo, anche realizzativo, e avendo una visione chiara fin dal principio della direzione da prendere.

Vi occupate anche del disegno degli arredi?

Si, il novanta per cento degli arredi è realizzato su disegno, illuminazione compresa. Soprattutto per quanto riguarda i progetti di hospitality il tailor made è sinonimo di esclusività. Inoltre, trattandosi di progetti di dimensioni più ampie e con un traffico di persone elevato diventa complicato mantenere una percentuale importante di arredi recuperati. Per compensare ci impegniamo a scegliere artigiani locali e materiali certificati, rispettosi dell’ambiente.

In Spagna da poco si è cominciato a dare valore all’antico e al vintage

Qui l’attenzione per il recycling è recente rispetto ad altri paesi, ma i clienti che ci vengono a cercare sono generalmente in linea con questa idea. È fondamentale che il cliente sia convinto e che si emozioni insieme a noi del progetto, che si crei un legame che va al di là della carta, perché siamo convinti che se il processo non fluisce naturalmente sarà un fallimento. Ci vuole equilibrio, e lo scontro di ego generalmente non funziona.

Qual è secondo voi la cifra di Quintana Partners?

Ci impegniamo a progettare spazi atemporali, duraturi, che invecchiano bene, che non seguono le mode e che quindi non richiedono un nuovo intervento di interior nel giro di pochi anni. Evitando così di generare nuovi residui. È un punto molto importante su cui insistiamo.

Cito dal vostro manifesto: “Quintana Partners non crea spazi, disegna momenti. Non ristruttura, rivela l’essenza degli spazi”. Come nasce un progetto e da cosa trae ispirazione?

Fondamentale è il concept. Si tratta sempre di raccontare una storia, come in un libro, in cui gli ingredienti tengono conto dei desideri e dei gusti del cliente da un lato, e dall’altro traggono ispirazione dallo spazio, dalla città, da un libro, da un viaggio. Non seguiamo mai un processo mentale rigido. Attingiamo al passato come ispirazione contaminandolo con i nostri riferimenti, senza paura. La migliore ispirazione è l’immaginazione.

Un esempio?

Durante la progettazione dell’hotel Chateau des Fleurs di Parigi non riuscivamo a trovare delle maniglie che si adattassero allo stile Art Nouveau che volevamo reinterpretare, ci sembravano tutte troppo standardizzate, poco scultoree. Per cui le abbiamo disegnate noi a partire da un gioco di parole. Ci prendiamo la libertà di osservare un oggetto di uso quotidiano e trasformarlo in qualcosa di diverso, come faceva Gaudí.

Riuscite ad applicare questa libertà anche nella progettazione di hotel?

Non abbiamo ancora lavorato a strutture con più di sessanta camere e il formato del boutique hotel ci consente di evitare la standardizzazione, e di dover necessariamente sottostare a delle regole.

I materiali prediletti?

Il legno, la ceramica, la porcellana e i tessuti, soprattutto quelli con le frange.

Gli ingredienti per un buon progetto di interior?

La coerenza tra le parti, l’equilibrio, l’armonia, che lo spazio sia organico e fluido. Per noi è importante che tutto segua un filo conduttore: per esempio, per un hotel o un ristorante proponiamo sempre un progetto globale che ci consenta di disegnare tutto, dalle camere fino alle posate e le lenzuola. Il nostro è un lavoro paragonabile a quello di un direttore d’orchestra.

Nel vostro sito c’è uno spazio dedicato ai progetti ma anche uno importante dedicato a voi due, una sorta di voluta contaminazione tra la vita professionale e quella personale….

È nato tutto come un atto di ribellione, per differenziarci da quello che c’era sul mercato. Volevamo aprire una strada nuova, diversa. Il mezzo digitale ci serve sì come vetrina, a mostrare quello che facciamo, ma anche il nostro stile di vita. Ci piace l’idea di creare una sorta di lifestyle attraverso il nostro vissuto, condividendo le esperienze, i viaggi, le nostre preferenze.

Un progetto che sognate di realizzare?

Una barca. Ci piacerebbe ristrutturare un vecchio yacht e trasformarlo in un piccolo hotel galleggiante, rifuggendo dal tipico look minimalista e luccicante.