Il restauro di Lasserhaus

A Bressanone, Vudafieri-Saverino Partners reinventa l’uso e la funzione di una residenza aristocratica del XV secolo. Trasformandola in un Art Hotel

di Cecilia Moltani

foto di Paolo Valentini

Previous Next

Un progetto che non dimentica l’anima tradizionale di un palazzo seicentesco ma, con rispetto e un po’ sottovoce, la arricchisce con linguaggi e materiali della contemporaneità. Nel cuore di Bressanone, in Alto Adige, Vudafieri-Saverino Partners firma il restauro di Lasserhaus, residenza aristocratica del XV secolo, ridisegnando ambienti, arredi e funzioni. Su commissione della famiglia Faller, da oltre ottant’anni proprietari dell’immobile, gli architetti Claudio Saverino e Tiziano Vudafieri hanno trasformato i primi due piani in un Art Hotel e destinato gli ultimi due a residenza privata della famiglia.

La nuova struttura si compone di dieci camere dall’atmosfera sofisticata, in cui la collezione di pittura classica di proprietà dei Faller incontra opere di artisti contemporanei. Con un approccio rispettoso del genius loci, lo studio milanese ha reinterpretato gli elementi originari della residenza facendoli convivere nel nuovo Art Hotel in modo equilibrato a pezzi di design di epoca moderna.

Il pianterreno accoglie la lobby e la reception da dove si accede alle prime quattro camere e a un salottino con un angolo biblioteca a disposizione degli ospiti, oltre che alla cantina dotata di una piccola sala degustazione, interpretata da un pioniere della digital art, l’austriaco Peter Kogler, che utilizza pattern psichedelici per creare insolite profondità spaziali. Percorrendo la scala interna che conduce al mezzanino – dove gli architetti hanno ricavato una spa provvista di sauna e idromassaggio – si incontra l’opera di Alexander Wierer, focalizzata sull’incessante progressione del tempo e la transitorietà del presente.

Al primo piano sono collocate la sala colazione e le altre cinque camere. Pur rimanendo visibili i tratti dell’epoca, le stanze cambiano volto grazie all’accostamento tra materiali naturali come il legno di larice e faggio, l’ottone, che scalda e impreziosisce i dettagli, e le superfici tattili e morbide come il velluto. Alcuni complementi d’arredo sono di recupero, come le sedie restaurate tipiche della tradizione tirolese, ma gran parte dei pezzi è stata realizzata su disegno degli architetti: dalle armadiature ai pannelli divisori, dalle testiere dei letti in velluto con bacchette di larice spazzolato alle scrivanie fino alle boiserie dietro ai letti con listellature in legno.

L’accurato studio sul colore ha dato vita a una palette ispirata alle cromie dei boschi autunnali e della montagna: dal verde del laminato lucido ai toni del marrone declinati nel rosso del larice spazzolato o bruciato, più caldo e scuro. A livello di illuminazione Vudafieri-Saverino Partners ha creato un’atmosfera raccolta, con una luce diffusa proveniente da lampade a terra e a parete. Negli spazi comuni sono state scelte invece lampade a sospensione, come lo scenografico chandelier collocato nella sala colazione.