Leggerezza concreta

In Messico, la casa dell’architetto Salvador Roman Hernandez risponde a un’idea semplice dell’abitare. Volumi in calcestruzzo grigio e rosa, reticoli e ampie vetrate donano una leggerezza concreta. In un incessante dialogo tra esterno e interno

produzione, styling e testo Tami Christiansen

foto di Fabian Martinez/Living Inside adattamento Raffaella Oliva

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Creare un’abitazione funzionale, ma dirompente, dove osare qualcosa di diverso. Quando Salvador Roman Hernandez, architetto e co-founder dello studio Tama-Taller Mexicano de Arquitectura, ha iniziato a progettare la casa di Mérida, in Messico, dove oggi vive con la compagna Adela, anche lei architetto, e con il figlio, era questo l’obiettivo che aveva in mente. Non solo: l’intento era anche di creare una struttura monolitica di grande impatto, pensata per offrire un rifugio dal quartiere circostante, in fase di sviluppo, e garantire privacy e sicurezza.

È così che è nata Bugambilias, questo il nome della residenza, lo stesso del quartiere che la ospita e dei fiori di bouganville che in questa regione presentano una tonalità tra rosa-rosso-viola. Un edificio di ispirazione brutalista costituito da due volumi, uno inferiore in calcestruzzo grigio che si apre su due patii mettendoli in comunicazione tra loro, e uno superiore in calcestruzzo rosa con una porzione della facciata a reticolo, reinterpretazione di un motivo spesso usato nei capannoni industriali, con il graticcio orientato ad hoc per favorire la ventilazione e far entrare la luce solare con i suoi seducenti giochi di riflessi e ombre.

“Allo studio Tama cerchiamo sempre di capire le peculiarità del luogo dove operiamo e le necessità del cliente fino a raggiungere il risultato voluto. In questo caso stavo lavorando sulla mia casa, ma l’approccio non è stato diverso” spiega Hernandez, per poi aggiungere che se ha optato per materiali grezzi è anche perché questi, con il passare del tempo, mostrano l’invecchiamento. “Negli anni la superficie acquisirà personalità”. 

All’interno gli ambienti si estendono su 260 metri quadrati e vedono fondersi diverse consistenze e sfumature di cemento in un’alternanza di superfici rosate e grigie. “Al primo piano abbiamo pensato la cucina e il soggiorno con sala da pranzo come un’unica area sociale con piscina e giardino. Questo prefigurando vari tipi di scenario: un barbecue, la visione di una partita, una festa con gli amici o semplicemente una giornata di pioggia chiusi in casa”.

Ma come si sviluppa la planimetria? Al riparo dalla strada, una porta in ferro si apre su un vestibolo che conduce a un living elegantemente arredato, dove un moderno design minimalista, le forme semplici, le tinte tenui, i tessuti tattili e ancora manufatti, ceramiche e opere d’arte compensano la crudezza della costruzione. Sullo stesso livello c’è la cucina in equilibrio tra legno chiaro e nuance scure. Entrambi i locali danno su un cortile interno a doppia altezza con piante e alberi – “el coràzon de la casa” – concepito appositamente per confondere indoor e outdoor quasi fossero un tutt’uno.

Lo spazio domestico si affaccia poi sulla piscina con terrazza open air, mentre al piano superiore – composto da sala e studio, tre camere da letto e due bagni – si accede tramite una scala scultorea. Anche qui domina l’essenzialità, con pareti rifinite con il Chukum, uno stucco a base di calce mescolato con la resina degli omonimi alberi diffusi nella regione dello Yucatán.