Il Sogno delle Benedettine

A Ostuni un antico palazzo seicentesco è stato riconvertito in un bed & breakfast. Con un'anima in pietra e accenni di design contemporaneo

di Cecilia Moltani

Previous Next

Nel centro storico di Ostuni, la Città Bianca, un palazzo seicentesco è stato riconvertito nel bed & breakfast dall’anima in pietra Il Sogno delle Benedettine, un nome che trae ispirazione dall’attiguo monastero di San Pietro. Il criterio che ha guidato il recupero architettonico, curato dall’interior designer Annabella Zavoianni, è stato il rispetto della struttura originale, lasciando intatta, dove possibile, l’antica pavimentazione in pietra, recuperando infissi e serramenti – ridipinti con tradizionali tecniche artigiane – e valorizzando gli intonaci originali e le mani di calce passate nel corso dei secoli.

La particolarità di questo boutique hotel, però, consiste nel numero limitato di camere – solo quattro – e di persone – otto – che vi possono soggiornare. Cifre insolite, almeno nel mondo dell’hospitality. Una decisione guidata dal desiderio di ottimizzare lo spazio a disposizione per offrire agli ospiti la massima libertà e privacy all’interno di suite di ampio respiro pensate per distinguersi le une dalle altre nelle dimensioni e nella suddivisione degli ambienti. Cecilia, per esempio, è caratterizzata da un bagno sospeso su quattro lastre di vetro che lasciano intravedere le pietre del pavimento originario, accanto a cui è stata disposta una grande vasca rotonda con idromassaggio. L’occhio viene subito catturato dal design dei due lavelli dell’artista salentino Mario d’Aquino, che rievocano la trama di eleganti tappeti.

La suite Mectilde, invece, dispone al proprio interno di cucina, soggiorno, camera da letto e bagno nel quale è stata ricavata una piscina riscaldata privata a uso esclusivo degli ospiti. Anche le stanze più piccole, Assunta e Giustina, esibiscono tratti distintivi. Assunta si delinea come una soluzione votata al relax più totale, grazie alla presenza di una comoda dormeuse e di un giardino privato. Giustina, invece, alloggia un antico letto alla francese, che rende intimo e raccolto il riposo degli occupanti. E dal bagno, attraverso un vetro posto su una botola, si intravede un antico vano sottostante, un tempo adibito a deposito di derrate alimentari.

Per garantire un senso di convivialità e socialità, sono stati previsti ampi spazi comuni, tra cui una serra che ospita piante grasse e rampicanti e una sala colazione, percorsa da un lungo tavolo dove gli ospiti possono degustare le prelibatezze pugliesi. La zona reception, invece, è connotata dalla presenza di un antico camino in pietra, mentre all’esterno un agrumeto consente agli ospiti di rilassarsi, bere un drink o fare smartworking, inebriandoli con l’aspro profumo di arance e limoni. Infine, sia nelle aree comuni che nelle suite, particolare attenzione è stata riservata alla scelta degli arredi.

Un connubio perfetto tra pregiati mobili ottocenteschi e pezzi di design contemporaneo, tra cui spiccano piccole sculture di uccellini e conigli che scendono giocosamente dai soffitti, mani dorate che sembrano far capolino dagli specchi, comodi divani e poltrone dai toni accesi – punti di colore che contrastano con il bianco candido delle pareti – e le iconiche sedute Him&Her, stampi antropomorfi che ricalcano le morbide curve del corpo umano, a cui donano un fascino scultoreo e fortemente ironico. Il risultato finale è quello di un luogo sospeso nel tempo, pervaso da una serenità “monacale” che sembra derivare dall’ex convento. Un fuga dal caos cittadino per immergersi in un bagno di puro relax.