Estate lunare

Brulla e scura, scolpita dai venti e colorata dai tessuti outdoor Dedar. Negli scatti di Andrea Ferrari l’isola vulcanica di Stromboli appare in tutta la sua potenza primordiale, imprevedibile eppur silenziosa

di Claudia Foresti

foto di Andrea Ferrari

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Non è un’estate vistosa e chiassosa, quella restituita dallo sguardo sofisticato, dai rimandi colti e analogici, di Andrea Ferrari. Ma è di certo un’estate che sboccia e che sbuca, con la forza vitale caparbia ed esuberante della natura, tra le pietre e la terra ruvida di Stromboli, l’isola più settentrionale dell’arcipelago delle Eolie, in Sicilia. Su un set metafisico che non ha niente degli shooting convenzionali che tendono a banalizzare (o addomesticare) il locale, va in scena la collezione tessile outdoor di Dedar, in tutta la sua essenza, preziosa e luminosa quanto semplice. Lunare.

Sperduta al largo del Mar Tirreno, Stromboli, permeata dalla potenza imprevedibile e misteriosa del suo vulcano, sembra avvolta dalla leggenda. Su quest’isola selvatica, scolpita e temprata dai venti del mare, la traccia dell’uomo sembra scomparire, silenziosa e rispettosa, come in segno di riverenza. In origine lava informe e incandescente, la terra brulla e scura è accesa da macchie vive di colore: capperi in fiore, essenze di zagara e limoni, piante di artemisia, agavi e cactus.

Di un bianco accecante e assoluto, le case sono piccoli templi cubici che illuminano un paesaggio fatto di ammassi pietrosi neri irregolari. Al loro interno, custodiscono la storia dell’isola, dei suoi abitanti e dei loro oggetti. Scrigni minuti che rifuggono ogni sfarzo, ma accolgono la meraviglia del colore e della materia, proprio come i tessuti Dedar che sanno donare un’eleganza sobria e ricercata, senza eccedere mai.

Su quest’isola appartata, dove uomo e natura vivono in un’armonia essenziale fuori dal tempo, il tessuto riscopre le sue origini arcaiche. Di volta in volta vela, riparo, tenda, seduta o coperta, svela tutti gli usi con cui ha accompagnato la storia dell’uomo. Segni e simboli fatti di intrecci e di filati, di bianco o di colore, raccontano l’antica relazione tra arte tessile e presenza umana, muovendosi con leggiadria su spiagge scure, in acque cristalline e dentro candide dimore. Quella narrata da Dedar e Andrea Ferrari è una storia tanto ancestrale quanto contemporanea. Una storia di tessuti e di immagini. Una storia esemplare di comunicazione raffinata e silente.