Goldene Rose

Nell’ex città imperiale di Dinkelsbühl, studio Noa firma un raffinato hotel con spa. Riuscendo a conferire a diverse identità architettoniche un volto comune

di Agnese Lonergan

foto di Alex Filz

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Fra Stoccarda, Monaco e Norimberga, lungo la Strada Romantica, si trova la cittadina medievale di Dinkelsbühl, con antiche mura, fossati difensivi e le tradizionali case a graticcio. In questo singolare tessuto urbano, di fronte alla cattedrale di St. Georg, l’hotel a cinque stelle Goldene Rose accoglie oggi i suoi ospiti in una struttura che vanta un passato architettonico ricco di storia. Infatti, l’edificio originario – Goldene Rose – risale al XV secolo e annovera fra i suoi ospiti illustri la regina Vittoria, che vi soggiornò nel 1891 durante uno dei suoi viaggi. È stato il primo stabile acquistato dall’attuale proprietario dell’hotel che per una fortunata coincidenza è riuscito ad acquisire anche le quattro proprietà che si susseguono sul retro della costruzione. Da qui è nata l’idea di riunire tutti gli edifici sotto un unico tetto, prestando particolare attenzione alla conservazione della struttura storica.

La sfida più grande per Studio noa* è stata quella di sviluppare un concetto spaziale unificato, senza però offuscare le ricche tracce della storia. Il Goldene Rose, casa di testa dell’ensemble, dalla facciata a graticcio color senape, si affaccia sulla piazza cittadina e accoglie sia gli ospiti dell’hotel che visitatori giornalieri. Varcata la porta d’entrata, ci si imbatte subito nel concept che permea l’intero progetto, ovvero la traduzione del passato nel presente. La prima stazione che si incontra è il bar Vicky, dal nome dalla regina ospite: il bancone rivestito in granito nero e specchi antichi e il confortevole salotto accanto al caminetto invitano l’avventore a indugiare per un po’ nelle confortevoli poltrone.

In questa zona gli architetti hanno scelto di lavorare con un intonaco grezzo dalla finitura antica, con un pavimento in rovere calcinato bianco intervallato da assi più scure parallele a quelle che scorrono sul soffitto, e con la messa in scena di vecchie insegne delle corporazioni, che conferiscono al tutto un’identità unica. Superato il bar e la scala principale originale, la lobby e la spaziosa reception riprendono i dislivelli esistenti e l’andamento delle pareti, creando spazi di seduta più appartati e tranquilli.

“L’ospite deve vivere l’edificio in tutte le sue peculiarità, non solo attraverso le travi storiche del soffitto, ma anche attivamente, salendo, scendendo, muovendosi fra le diverse altezze e i dislivelli della casa”, racconta Lukas Rungger, fondatore noa* e architetto responsabile del progetto. Attraversando il secondo edificio, riservato agli spazi di circolazione e a vari locali di servizio, si entra nella casa numero tre, che nel 1870 ospitava una sala da ballo. Qui, al piano terra, gli ospiti possono fare colazione e cenare nel ristorante Kantine Rosine: un ambiente arricchito da una carta da parati che decora sia le pareti che il soffitto e da tende leggermente trasparenti per aree separate e più tranquille.

Il cortile interno offre la vista sulla cattedrale, sui piani superiori dell’hotel e sulla piscina all’aperto situata all’ultimo piano. Ma il vero fiore all’occhiello è l’ex sala da ballo al primo piano trasformata in una sala multifunzionale per eventi nella quale fluttua un box sospeso – la Kino Suite – accessibile tramite passerella e dotato di un’ampia finestra rivolta verso lo schermo cinematografico per visioni private. La quarta casa, un ex casinò, ospita una parte delle 43 camere dell’hotel e si allaccia all’ultimo edificio, ex locanda e birreria, che ospita appartamenti.

Le camere si rifanno tutte alla stessa estetica: ognuna è dotata di un divano sospeso, di un arazzo sopra il letto ispirato al passato medievale della città e di un bagno aperto che pare dissolversi nella stanza grazie a superfici a specchio simili a mosaici. Uniche nel loro genere sono le junior suite collocate nel primo edificio: occupano infatti due piani, dotate di mansarda con capriate a vista dove si trova la zona notte. L’area benessere si trova all’ultimo piano e si estende lungo tutto il tetto. Qui Studio noa* ha lavorato con estrema sensibilità per non apportare modifiche sostanziali all’aspetto esterno.

La piscina a sfioro esterna, lunga dieci metri, offre una vista unica sulla cattedrale, ma per evitare di farla apparire come un corpo estraneo da una vista aerea è stata coperta: attraverso le forature del tetto a falde, i nuotatori possono vedere le nuvole, ma la vasca rimane invisibile dall’alto. L’area benessere è completata da un’ampia zona relax disposta su due piani, un fruit bar e un’area saune separata. Una scala interna conduce alla parte più alta del sottotetto, dove le travi in legno a vista, l’atmosfera intima e la possibilità di stendersi su reti sospese sulla doppia altezza garantiscono un’esperienza di relax senza precedenti.