Osteria Moderna

Un luogo della memoria si rinnova all’insegna della contemporaneità. Ad Arezzo Studio Svetti Architecture firma Osteria Moderna e rievoca ritualità perdute

di Roberto Negri

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L’osteria. Un nome, e un luogo, che evoca un tempo antico e ritualità perdute, oggi rinnovate da un progetto firmato da Studio Svetti Architecture. Non a caso si chiama proprio Osteria Moderna questo nuovo locale che ha da poco aperto i battenti ad Arezzo e che si propone come una moderna osteria destinata a chi viaggia ma anche come punto di riferimento per una clientela locale, con un concept progettuale che coniuga la memoria con la contemporaneità del design.

Il punto di partenza è il colore, in particolare una tonalità cara alla città come l’amaranto, che si manifesta con impetuosa energia su pareti e pavimenti generando un effetto caldo e avvolgente.

Nella morfologia come nella distribuzione degli spazi sono evidenti i richiami all’osteria tradizionale. Ad accogliere i clienti è un’area mescita, che oggi come allora funge da filtro tra chi desidera fermarsi per una breve pausa e chi invece desidera accomodarsi nella zona ristorante, fisicamente separata dall’ingresso da un sistema di setti metallici realizzato su disegno.

Qui è possibile consumare un pasto in un’atmosfera elegante e rarefatta, caratterizzata dal colore uniforme dell’ambiente su cui si integrano, quasi come incisi, elementi metallici e inserti in cemento. La superficie continua del pavimento è in resina epossidica con inserti realizzati in graniglia decorata, che creano un mix materico-cromatico fuori dagli schemi. Al centro dell’area ristorante un tappeto in cementine in tre tonalità di grigio crea un’inaspettata variante cromatica ma anche un punto di attrazione all’interno dell’ambiente.

Tavoli in metallo dalle linee rigorosamente minimal accolgono un piano in cemento grigio levigato, rivisitazione dei vecchi arredi delle trattorie dove il legno e il marmo la facevano spesso da padrone, il cui dimensionamento consente un utilizzo poliedrico dell’ambiente. Completano il locale le quinte in cotto, la bottigliera in lamiera brunita che fa da sfondo alla sala ristorante e il bancone rivestito in vetro cannettato e argentato, incastonato su un telaio di metallo calamina.

A rendere scenograficamente suggestivi gli ambienti contribuisce una studiata alternanza di ombre e luci, che il colore contribuisce a modulare nelle varie ore della giornata. Una virtuale antitesi tra giorno e notte generata dallo studio illuminotecnico degli ambienti, che diventa parte del fascino evocativo della nuova osteria.