Casa, studio e atelier

La casa del duo Blockstudio è un rifugio sicuro, pieno di luce e oggetti cari, su tutti una grande collezione di lampade storiche

di Francesca Tagliabue

foto di Mikhail Loskutov

Previous Next

Vladimir Belousov e Natalyia Trofimova lavorano per i loro rispettivi studi di architettura ma, nella vita, sono una coppia affiatata. La loro casa, un appartamento all’interno di un edificio dell’inizio del XX secolo a Mosca, è diventato il loro primo progetto realizzato insieme con il nick Blockstudio. Il lavoro ha un inizio molto romantico. «Vladimir andò in un vivaio e comprò un sorbo, un acero, un cespuglio di lillà, un abete e li piantò sotto il nostro balcone – ricorda Natalyia -. All’epoca non ero convinta che fosse una buona idea, ma alla lunga piantare gli alberi si è rivelata una mossa saggia. La ristrutturazione è durata molto più a lungo del previsto e gli alberi sono diventati piuttosto grandi».

Il layout dell’abitazione, 130 metri quadrati in totale, è stato definito velocemente. Gli interni sono organizzati con un’infilata di stanze ben proporzionate con un unico lungo corridoio a unire gli ambienti, la luce naturale e le aperture verso l’esterno sono state sfruttate al meglio. Per aumentare ulteriormente la luminosità generale le pareti sono state dipinte di bianco e le nuance dominanti sono chiare. Il legno chiaro a grandi doghe posato a pavimento richiama gli interni del Nord Europa, ma il look generale è un mix di vecchio e nuovo, di design firmato e oggetti del cuore. Su tutti spiccano le lampade storiche raccolte con passione dai proprietari-progettisti e sparse per tutta la casa, con misura, evitando l’accumulo e lasciando che ogni pezzo sia ben visibile.

La vita ruota intorno al grande tavolo retto da cavalletti posto al centro della casa. Molto più di una zona pranzo, è anche ufficio domestico, sala riunioni e un luogo per riunirsi con gli amici. A scaldare l’insieme la selezione di sedie che circondano il tavolo, una diversa dall’altra. Sedute da osteria, cantilever in metallo e pelle che strizzano l’occhio al Bauhaus, poltroncine in legno curvato creano un’insolita quanto ben assortita collezione.

La cucina semi-abitabile si apre sul pranzo con una porta vetro a tutta altezza, che permette di mantenere la connessione visiva tra i due ambienti e, di nuovo, di massimizzare la luce naturale. Mobili bianchi lisci senza maniglia, un piccolo banco snack e un rivestimento in marmo trasformano l’ambiente tecnico in un piccolo gioiello contemporaneo.

Due i soggiorni dell’appartamento. Il primo è una zona conversazione abbastanza tradizionale, risolta con un divano e una poltrona sistemati davanti a una finestra. Il secondo, con libreria e divano-letto è un ibrido tra salotto e camera degli ospiti. Invece del televisore, uno schermo arrotolabile viene calato dal soffitto come supporto per la proiezione di video.