Agorà Design 2021

Dal 30 settembre al 3 ottobre torna a Martano il Festival Biennale che celebra creatività e design. Ed è stata prorogata al 19 luglio l’iscrizione al Contest nelle due sezioni: Agorà Living e Agorà Garden

di Marta Germani

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A volte è il coraggio delle idee a fare la differenza. Proprio come è successo a Martano, un borgo della Grecia salentina a 20 minuti da Lecce, che dal 1996 è diventato luogo di incontro per una comunità nomade di progettisti, creativi e imprenditori provenienti da tutta Italia e non solo. A volte basta liberare i propri sogni per trasformare un piccolo paese del Sud in uno spazio per la circolazione di idee sui temi culturali e sociali legati all’architettura.

A volte serve un progetto ambizioso come quello di Agorà Design, ideato dall’omonima associazione culturale diretta da Lucia Rescio e supportato da Sprech e altre realtà pubbliche e private, per promuovere l’incontro tra generazioni e culture diverse, divenendo fucina di talenti internazionali. Da 25 anni la Puglia chiama e il resto del mondo risponde, grazie a un concorso aperto ad architetti, ingegneri, designer, progettisti, artigiani, giovani professionisti e studenti, ideato per far emergere risorse e nuovi talenti, promuovere il dialogo tra creativi e aziende, dare la possibilità di trasformare le idee in prototipi distribuiti in tutto il mondo con il supporto di Sprech. C’è tempo fino a lunedì 19 luglio per partecipare alle due sezioni del Contest – Agorà Living dedicata agli arredi per interni e Agorà Garden riservata all’outdoor e suddivisa in strutture tessili e arredi per esterni, partendo dal tema “L’attimo del progetto. Visioni romantiche e narrazioni del profondo legame tra progettista e progetto”.

Lo spunto di riflessione ruota intorno all’eureka, a quell’istante che gli anglosassoni chiamano insight, lampo di genio, o come lo definisce Ophra Winfrey, l’Aha! moment. La scintilla che dall’idea porta al progetto e poi alla sua realizzazione (info e bando sul sito agoradesign.it).

Il momento clou dell’edizione 2021 sarà a Martano dal 30 settembre al 3 ottobre, quando i più giovani, grazie a un ricco programma di conferenze e workshop tematici, avranno l’opportunità di confrontarsi con i grandi nomi dell’architettura e design contemporaneo, come Ludovica Serafini e Roberto Palomba, founder dello studio milanese Palomba Serafini Associati.

Per una biodiversità progettuale: identità, corpo, colore, luce, materiali, crisi, nomadismo” – leitmotiv del Festival – riassume tutti i temi al centro dei tanti incontri, talk, lectio magistralis, live performance aperti a tutti. Non solo approfondimenti teorici, ma anche workshop, con un occhio di riguardo per i giovanissimi, che saranno coinvolti in laboratori tematici e ludici. La premiazione avverrà nel corso della quattro giorni finale, quando oltre ai premi in denaro riconosciuti ai vincitori delle sezioni di concorso, a tutti i partecipanti è offerta la possibilità di esporre e trasformare il progetto in prodotto, grazie all’azienda Sprech, che si impegna a realizzare dei prototipi da inserire nel proprio catalogo commerciale: opportunità che non ha eguali in Italia nell’ambito dei concorsi di architettura e design.

«La traccia che guida l’edizione 2021 – sottolinea Lucia Rescio, presidente dell’associazione Agorà Design e GM della Sprech – ruota intorno alla necessità di ‘biodiversità progettuale’ per affrontare le urgenze del vivere e della produzione contemporanea. Avendo come obiettivo l’attivazione di visioni olistiche che siano in grado di connettere la sfera della progettazione e di natura, nei tre giorni di talk i relatori sono invitati a esplorare le connessioni possibili tra identità, corpo e spazio costruito nel campo dell’architettura, con una riflessione che abbraccia anche le scale di grandezza. Inoltre la manifestazione si chiede: negli spazi di architettura, complice la crisi pandemica che sta attraversando il pianeta, che ruolo hanno svolto i materiali, la luce e il colore nella ridefinizione degli standard di vita? E mentre lo scenario della crisi sanitaria sembra volgere alla sua conclusione, se ne apre un altro: quello della carenza mondiale delle materie prime. In questa velocità come rispondono architettura e design al cambiamento? Diaspora e nomadismo sono strade possibili?».